È in corso la migrazione dei post dal precedente blog; per vedere i post non ancora migrati visita la Presentazione. Grazie.
Un altro contributo veloce per comprendere meglio il ruolo che il vento solare ha, direttamente ed indirettamente, nelle nostre vite.
1- un effetto ben noto anche se meno spiegato è quello di formare la coda delle comete, respingendo i gas ionizzati che queste emettono
- La chioma, la parte più luminosa, scaturisce dalla sublimazione del ghiaccio in vicinanza del Sole
- Il nucleo è composto di roccia molto porosa e ghiaccio
2 piccole curiosità sulla coda:
- La coda è sempre rivolta dalla parte opposta rispetto al Sole, poiché il vento solare è costante e “soffia” in ogni direzione partendo dalla stella
- La coda è doppia, formata da gas e polveri sospinti dal vento solare
(la coda di gas ionizzati è detta “coda ionica”, mentre l’altra semplicemente coda di polveri o “dusty plasma“: anche quest’ultima è in direzione opposta al Sole ma non per azione del vento solare, che non ha presa sui suoi grani neutri, ma dei fotoni della stessa luce del Sole)
2- sono brillamenti (flares) ed eruzioni solari che provocano, circa 3 giorni dopo, tempeste magnetiche, interferenze radio o bellissime aurore
Brillamenti (le aree flash vicine alla superficie), Emissioni di Massa Coronale EMC (le nuvole di plasma che si spingono nello spazio aggiungendosi al vento solare costante). Il disco nero centrale è occupato dal Sole, schermato in questa spettroelioscopìa del satellite STEREO in orbita attorno al Sole.
In quest’altra spettroelioscopìa, è stato posizionato al posto del disco centrale solitamente nero, il disco solare con la interessante sovrapposizione della metà sinistra che rappresenta la fotosfera (sfera di luce, quella luminosissima che di solito vediamo noi) e la metà di destra che rappresenta invece la cromosfera (sfera di colore). Nel riquadro verde il dettaglio del brillamento.
3- la deformazione delle magnetosfere dei pianeti dotati di campo magnetico, come la Terra.
L’atmosfera che ci protegge da queste particelle letali per la vita, viene compressa dal lato rivolto al Sole e stirata a forma di goccia nel lato opposto (post 3/4 alta atmosfera).
Attenzione, distanze e dimensioni non sono in scala.
Il lato compresso dal vento solare arriva fino a circa 64.000 km, mentre quello dalla parte opposta raggiunge una distanza che è quasi comparabile a quella tra la Terra e la Luna (circa 300.000 km, mentre tra noi e il nostro satellite sono ben 384.000 in media).
4- interferisce con la ionosfera terrestre, disturbando o addirittura interrompendo, le comunicazioni radio nella banda delle onde corte, soprattutto.
Ma il vento solare disturba pure le comunicazioni con i satelliti in orbita attorno alla Terra, producendo talvolta veri e propri blackout delle comunicazioni (post 3/4 e 4/4 atmosfera)
5 – il fenomeno più vistoso (e raro per le nostre latitudini, Italia del Nord) è però quello della generazione delle
AURORE
(boreali ed australi) le quali possono essere viste in aree vastissime, quando le particelle cariche elettricamente (ioni) vengono indirizzate verso i poli magnetici terrestri
(post aurore e 3/4 atmosfera)
Sono visibili naturalmente anche da un punto di vista privilegiato, dai nostri amati astronauti uomini e donne che orbitano:
– a 400 km di quota sopra le nostre teste
– per ben 16 volte al giorno
– un giro ogni ora e mezza
– alla spettacolare velocità di 28.000 km/ora
dalla Base Spaziale Internazionale ISS.
Ma l’aurora rende molto meglio se si può vederla “in azione”…
6 – Un altro fenomeno non visibile, ma causato dal vento solare, è quello del
“gonfiarsi” o “ridursi” degli strati più esterni dell’atmosfera terrestre, a seconda dello stadio raggiunto nel periodo del ciclo undecennale (ne parliamo in altro post della serie “In a nutshell”).
Gli atomi o le molecole dell’atmosfera rarefatta della zona esterna, espandendosi, possono creare un maggiore attrito nel moto dei satelliti in orbita bassa (post 4/4 viaggio attraverso l’atmosfera).
Un esempio del loro effetto è stata la progressiva “caduta” della stazione spaziale Skylab, della NASA, la quale proprio per l’attrito residuo degli strati esterni, dovuto all’eccezionale attività del ciclo solare degli anni ’70, è ricaduta una decina d’anni dopo sulla nostra superficie provocando un notevole allarme nelle zone soggette a “possibile impatto” (il corpo pesava varie tonnellate!)
Un particolare ringraziamento a Maciej Winiarczyk per la gentile concessione della sua bellissima foto di Aurora.
A prestissimo, con il prossimo “In a nutshell”, cioè “in breve”.
Altri post della serie:
“In a nutshell” about Sun – 0.Vento solare: da dove si origina?
“In a nutshell” about Sun – 2a.Macchie solari – identikit
“In a nutshell” about Sun – 2b.Macchie solari: cosa c’è sotto?
“In a nutshell” about Sun – 2c.Ciclo del Sole: Vento solare e Raggi cosmici, Amici o Nemici?
| HOME |